JOE BIDEN: DIETRO L’APPARENZA MODERATA, L’ AMMINISTRAZIONE PIÙ RADICALE DELLA STORIA AMERICANA Le persone cha hanno votato Joe Biden nella speranza di un ritorno ai toni moderati d’una volta e un ristabilimento dell’equilibrio nell’arena politica americana dopo una presidenza così controversa e violentemente contestata come quella di Donald Trump, sono terribilmente preoccupati e delusi. Il mondo intero è diventato testimonio delle intenzioni radicali della giunta di Biden, a partire dalle prime ore del suo insediamento nella Casa Bianca: Open Borders, una progetto radicale del cambiamento dei metodi elettorali chiamato HR1, The Equality Act, l’inserimento di CRT (critical race theory) nel curriculum scolastico, e un progetto di spesa pubblica di oltre 13 triliardi. In pochi giorni, Biden ha firmato 45 ordini esecutivi: più di tutti cinque i presidenti precedenti messi insieme, annullando de facto gli accordi stipulati da Trump tra gli USA e Mexico e Guatemala per attenuare i flussi dei migranti al confine, e la sciagura dei profiteers della migrazione illegale, con i risultati scioccanti della loro negligenza e cieca ideologia sotto gli occhi del mondo. Guardiamo in questo articolo la Legge HR1: La nuova legge nota come HR1 raccoglie tutte le più discutibili pratiche elettorali sperimentate in numerosi stati americani durante le elezioni del 2020, e le sancisce, richiedendo la loro applicazione a livello federale. Anzi, rafforza un’ulteriore erosione di fiducia con l’eliminazione dei protocolli di sicurezza sin qui adottati dai singoli Stati. La legge interferisce con la potestà legislativa degli Stati e dei loro cittadini di stabilire i requisiti dell’elettorato attivo, di assicurare l’esattezza delle liste degli elettori registrati, la correttezza e l’integrità delle elezioni, di libera partecipazione e libertà di espressione durante il processo elettorale, e infine, di determinare le circoscrizioni e i seggi necessari per l’elezione dei rappresentanti. early voting (l’anticipo del voto fino a 15 giorni ), l’ automatic vvoter registration (registrazione automatica), la same-day registration (registrazione in giornata), l’ on-line voter registration (registrazione on-line) e il no-fault absentee balloting (votazione in assenza ‘senza errori’!). L’autorizzazione generalizzata all’invio delle schede elettorali per posta, renderebbe la pratica del ballot harvesting (il ritiro di schede da parte di operatori un singolo partito) molto più comune e efficace, e renderebbe necessario un periodo prolungato per avere i risultati precisi delle elezioni. Più specificamente: -La dilatazione del processo elettorale per quindici giorni dilaterebbe il conflitto, aumenterebbe il costo delle campagne elettorali, e renderebbe più difficile agli stessi elettori l’accesso aggiornato a tutti gli sviluppi elettorali e decisioni completamente informate; -Diventerebbe ancora più facile commettere frodi elettorali soprattutto con il caos implicato dalla registrazione in giornata, perché gli funzionari elettorali non avrebbero il tempo per verificare l’accuratezza del processo di registrazione e il diritto al voto, e creerebbe un vuoto statistico e quindi notevoli difficoltà nel preventivare il numero di schede e di scrutatori necessari per ogni seggio; -Lederebbe l’accuratezza delle liste degli elettori registrati, ordinando ai singoli Stati di registrare tutti gli ‘individui’ (invece di tutti i ‘cittadini’) da tutti i database statali e federali, quali ad esempio: il dipartimento dei trasporti, gli uffici del Welfare, le agenzie federali delle Sicurezza Sociale, il Dipartimento del Lavoro, l’Ufficio federale delle Carceri, il Centro Medicare e il Servizio Medicaid del Dipartimento per la Salute e Servizi Umani. Così si registrerebbero vasti numeri di elettori non idonei, stranieri e migranti inclusi, aumenterebbe il rischio di registrazioni multiple e/o duplicati per gli stessi ‘individui’, e le agenzie federali diverrebbero responsabili di determinare il domicilio di un individuo a fini elettorali (e anche per la sua tassazione); -La registrazione on-line senza legami con un documento statale valido (i.e. la patente), diventerebbe, nelle mani degli hacker e cyber criminali, lo strumento per frodi elettorali massive; e correlativamente, diventerebbe REATO per un funzionario statale rifiutare di accettare un’application per la registrazione elettorale. HR1 ordinerebbe agli stati la registrazione di tutti i giovani sedicenni e diciasettenni – il che, in combinazione col divieto di richiedere un ID (documento di identificazione) e le restrizioni agli funzionari statali di accertare il diritto di voto dell’elettore, significa che di fatto le persone al di sotto dell’età legale riuscirebbero a votare con relativa impunità; -La nuova normativa richiederebbe allo Stato il conteggio delle schede di elettori al di fuori delle circoscrizioni di loro residenza, vanificando il sistema delle circoscrizioni utilizzato da quasi tutti gli stati che permette il monitoraggio da parte degli funzionari elettorali dei voti, dei seggi elettorali, della sufficienza delle schede, e la prevenzione dei brogli; -l’obbligo di accettare i no-fault absentee ballots (schede non in presenza) , ossia il metodo preferito dei ladri di voti. Diverrebbe proibito pretendere la firma di un testimone oppure la firma di un public notary; gli Stati sarebbero costretti ad accettare schede ‘absentee’ fino a dieci giorni dopo le elezioni se recano sul plico il bollo postale della giornata delle elezioni; obbligherebbe gli stati ad accettare il c.d. ‘vote trafficking’ / ’vote harvesting’ , cioè che il ritiro e la consegna delle schede possa essere effettuato da parti terze – militanti politici e collaboratori di campagne elettorali incluse; -Complicherebbe enormemente il lavoro dei funzionari elettorali nei loro controlli sull’idoneità e i titoli degli elettori, e impedirebbe loro di adempiere al loro dovere di respingere gli elettori non idonei. Ciò a causa delle restrizioni sull’utilizzo dello Servizio postale nazionale, in grado di verificare l’indirizzo degli elettori registrati; del diniego di processi di condivisione delle liste di elettori registrati per verificare l’eventuale registrazione in più Stati in stati multipli; dell’impedimento alla rimozione degli individui che non hanno più votato per periodi prolungati di tempo. La legge limiterebbe sostanzialmente il rilascio di informazioni sulla registrazione degli elettori, rendendo quasi impossibile la verifica dell’accuratezza degli elenchi di registrazione da parte di organizzazioni non-partisan; e renderebbe proibito opporre la verifica di ‘posta non consegnabile’ per contestare l’idoneità di un elettore registrato. -Sarebbe introdotto il divieto di leggi statali di prescrivere la presentazione di un documento di identità (ID) valido. Ciò costringerebbe gli Stati a permettere a qualsiasi individuo di votare senza ID, firmando una semplice autocertificazione essere le persone che dichiarano di essere. -L’intimidazione o coercizione di un elettore volta a impedire la sua registrazione o la sua partecipazione alle elezioni è già un crimine federale in base all’Atto di diritto al voto e all’Atto di registrazione nazionale degli elettori; ma HR1 vi aggiungerebbe una disposizione che incrimina chi “ostruisce, interferisce, impedisce” un individuo durante la sua registrazione o il suo voto: con fattispecie incriminatrice talmente vaga e di applicazione potenzialmente così ampio che potrebbe impedire la condivisione di informazioni pertinenti ai funzionari elettorali riguardo alla sussistenza del suo elettorato attivo (ad es. nel caso di individuo senza la cittadinanza americana). -Permetterebbe l’espansione di regolamentazione e di censura governativa durante le campagne elettorali, le attività di propaganda e i comizi anche online e direttamente legati a decisioni strategiche di pianificazione di programmi politici. Imporrerebbe vincoli e onerosi costi legali e amministrativi di conformità (compliance) sui candidati, i cittadini, i gruppi civici, le società, i sindacati, e organizzazioni non-profit. Molte di queste previsioni violano il primo Emendamento della Costituzione americana, proteggono i candidati in carica; gli onerosi requisiti di divulgazione (disclosure) previsti per le organizzazioni non-profit assoggettano i loro membri e sovventori al rischio di intimidazione e molestie, violando i diritti di associazione protetti dal quattordicesimo Emendamento. -HR1 obbligherebbe gli Stati a riammettere i criminali al voto nel momento in cui escono dalla prigione, a prescindere dal fatto che non sia ancora completato il periodo di libertà vigilata o arresti domiciliari. Ma la Sezione 2 del quattordicesimo Emendamento dichiara che è il singolo Stato a dover per decidere quali pregiudicati che hanno commesso crimini contro altri cittadini possono tornare a votare; e il Congresso non può, con un suo Statute, correggere un Emendamento costituzionale. -HR1 autorizzerebbe i funzionari della IRS (Internal revenue service) a partecipare ad attività e pratiche faziose, permettendole di investigare e considerare le posizioni di policy e gli orientamenti politici delle organizzazioni non-profit prima di concedere lo status di esenzione fiscale; e così di colpire quelle organizzazioni che svolgono attività ammesse dal First Amendment ma sgradite a chi esercita il potere. -Sarebbe inoltre limitato, a chiunque volesse contestare la legge HR1, l’accesso alle Corti federali. Il disegno di legge non consente infatti di intentare cause per contestare la costituzionalità della HR1 salvo che nella Corte distrettuale di Columbia, e permetterebbe alla Corte di ordinare a tutti gli altri querelanti e intervenienti – a prescindere dal loro numero ( potenzialmente tutti i 50 stati)- “a depositare documenti legali congiunti oppure di essere rappresentati da un singolo avvocato”, limitando gravemente il diritto di ricorrenti alla difesa, rappresentanza legale e ad un due process . -Infine, l’istituzione di una commissione “Per proteggere le Istituzioni Democratiche” che avrebbe l’autorità di cost ringere i giudici a presentarsi e giustificare le loro decisioni, minaccia l’indipendenza stessa del sistema giudiziario e la libertà di giudizio dei magistrati, assoggettandogli a pressioni e vessazioni di carattere politico.